Giornale: Il Roma sabato 27 marzo 2010

Convegno organizzato dal Centro di Chirurgia Plastica

“L’importanza del grasso e delle cellule staminali nel rimodellamento e ringiovanimento di viso e corpo” al Circolo Canottieri. Al convegno, organizzato dal Centro di Chirurgia Plastica, sono intervenuti Antonio Cennamo, direttore della cattedra di Chirurgia Generale e d’Urgenza della Seconda Università di Napoli, Ermenegildo Santangelo, direttore della cattedra di Anestesia e ianimazione dell’Università Magna Grecia di Catanzaro, Pietro Nino, psichiatra e psicoterapeuta della ASL Napoli 1 e Daniela Maresca, Chirurgo plastico ed estetico e responsabile del centro di Via S.Anna dei Lombardi. Franco Roberti ha moderato gli interventi.
Salone affollatissimo e parterre particolarmente qualificato, ma anche tantissima gente comune attirata da un argomento di estrema attualità trattato in maniera scientifica, responsabile, professionale e comprensibile per tutti.
Daniela Maresca ha aperto i lavori ricordando una frase dell’imperatore romano Marco Aurelio: “La bellezza è una magnifica lettera di presentazione“.
Varità sacrosanta dietro la quale si nascondono spesso angosce, insoddisfazioni, ansie di persone che non sanno accettarsi e che quindi hanno un livello di autostima praticamente nullo.
“Non dimentichiamo – ha detto ancora la Dottoressa Maresca – che nel concetto di bellezza rientra anche la giovinezza ed il suo sfiorire è nella maggior parte dei casi motivo di grande disagio”.
Il chirurgo, poi, con un linguaggio chiaro e discorsivo ha spiegato l’importanza della tecnica del lipofilling della quale, con legittimo orgoglio, si è definita un precursore. “Sono venti anni che effettuo il lipofilling che consiste nel prelevare tessuto adiposo da una parte del corpo con una sottilissima cannula, prepararlo per evitare la rottura degli adipociti e per garantire la conservazione delle cellule staminali, e quindi iniettarlo nel tessuto oggetto dell’intervento. L’oro liquido, come lo hanno definito gli americani, può essere innestato in qualsiasi parte del corpo. Vengono da me, infatti, non solo donne che hanno “problemi” al seno, ai glutei o al viso, ma anche persone con mani scheletriche o gambe storte. Attenzione, però – ha concluso la Maresca – a molti ho detto no. La mia deontologia professionale, infatti, mi impone di fare entrare nella sala operatoria del Centro solo pazienti che è possibile operare”.
Antonio Cennamo ha evidenziato che dal 2008, solo il chirurgo che ha conseguito la specializzazione in chirurgia plastica, ricostruttiva ed estetica può operare in questo campo (il corso dura cinque anni).
“È stato un provvedimento importantissimo – ha continuato il cattedratico – in quanto molti chirurghi, sovente con superficialità, si sono avvicinati a questa chirurgia che tra tutte è sicuramente la più delicata perchè gli errori, anche piccoli, sono visibili”.
Ermenegildo Santangelo, con una suggestiva sequenza di immagini, ha fatto vedere il progressivo invecchiamento del volto di un giovane soffermandosi sull’ultimo fotogramma che rappresenta il paziente tipo: il sessantacinquenne in buona salute che non accetta il suo aspetto.
Pietro Nino nel suo intervento ha messo in risalto l’importanza che ha l’aspetto fisico di una persona sulla qualità della sua vita e sul modo di relazionarsi con gli altri. Dopo un interessante dibattito tra relatori e pubblico, Franco Roberti ha chiuso i lavori citando, con fine umorismo, la famosa frase di george Orwell “All’età di cinquant’anni ogni uomo ha la faccia che si merita”.