Giornale: Il Corriere del Mezzogiorno lunedì 12 aprile 2010
Lipofilling, la tecnica che usa il grasso cutaneo per eliminare i segni del tempo
Il grasso cutaneo e i chili di troppo? Non sono solo indesiderati ospiti di cui cercare di sbarazzarsi a tutti i costi. L’ultima frontiera in materia di chirurgia plastica ed estetica, infatti, si chiama “lipofilling“, una tecnica innovativa ed ecologica ideata nella metà degli anni ’80 e in cui il grasso cutaneo viene utilizzato come riempitivo negli interventi di chirurgia estetica.
Sull’importanza del grasso e delle cellule staminali nel rimodellamento e ringiovanimento di viso e corpo era incentrato l’intervento tenuto recentemente dalla dottoressa Daniela Maresca, chirurgo plastico estetico, nell’ambito di una giornata di studi dedicata al tema e tenuta al Circolo Canottieri di Napoli.
Secondo la Maresca, pioniera in questo tipo di intervento,”Il grasso ha grandi potenzialità: ridà volume, rigenera la pelle, riempie in profondità. Oggi, grazie alla chirurgia plastica estetica che affianca tecniche d’intervento avanzate, come la liposcultura e il lipofilling con cellule staminali, ci sono tanti tipi di interventi light che si possono fare in soli due giorni di ferie. Il grasso estratto con la lipo viene riutilizzato soprattutto se dei fianchi e dell’addome, dove si trovano le cellule staminali adulte, e reimpiantato dove serve”.
L’intervento, che non prevede tagli e si esegue in anestesia locale, non comporta dolore ed assicura un ringiovanimento in 5-6 giorni.
“Sono interventi poco invasivi – aggiunge la dottoressa – per cui il recupero è rapido e bastano pochi giorni per ritrovarsi con 10 anni di meno. I costi, inoltre, non sono eccessivi, considerando che le donne in media spendono ogni stagione dai 2000 ai 4000 euro in centri estetici e benessere per cose inutili o quantomeno troppo transitorie”.
Sotto le attente mani delal dottoressa Maresca, e grazie all’ausilio di foto di età giovanile dei pazienti, i volti con questa tecnica riprendono le originali fattezze in seguito ad un’attenta analisi di ogni piccolo tratto o segno d’invecchiamento del volto da riempire o modificare.
Ma come funziona, nel dettaglio, la tecnica del lipofilling? L’adipe in eccesso – lo stesso nel mirino di diete e interventi di liposcultura – viene generalmente prelevato con lipoaspirazione dalla zona addominale, dai fianchio dalle ginocchia, per poi essere “trattato” e reinnestato nei punti dove lo svuotamento epidermico è uno dei primi segni di invecchiamento. Dopo essere state aspirate, le cellule adipose vengono centrifugate e poi infiltrate in quantità modiche per favorirne la rivascolarizzazione.
Zone privilegiate di innesto sono le rughe in genere – sul viso è frequente il lipofilling nasogenieno – le palpebre incavate, il seno, i polpacci, le mani scheletriche. Fra i vantaggi del lipofilling c’è senz’altro quello di avvalersi di un filler naturale come il grasso che, rispetto alle sostanze sintetiche genericamente inietate nel derma per riempire le rughe, risulta meno invasivo e non corre il rischio di essere rigettato a lungo andare. Il grasso inoltre, aspirato dal paziente, rispetto ai filler permanenti e non riassorbibili, risulta meno costoso. Questi i vantaggi di un intervento di lipofilling al volto – contorno occhi, solco lacrimale, zigomi, fronte, guance, tempie – ma la tecnica può essere applicata anche in altri punti del corpo, come seno e decolletè, o su grosse superfici come braccia, glutei e gambe.
Va sottolineato, però, che gli interventi non sono permanenti, nel senso che lo svuotamento in fase avanzata è progressivo e può essere quindi necessario reintervenire, anche ogni due anni. Ampia la fascia di età delle pazienti che decidono di sottoporsi a questo tipo di intervento: “Dai 25 agli 80 anni”, spiega la dottoressa Maresca, e aggiunge: “Il lipofiller viene utilizzato sempre più spesso anche come tecnica per correggere difetti e imperfezioni, come un mento pronunciato o una cicatrice da ustione. Tuttavia, nell’innesto adipocitario è importante trattare con attenzioen e delicatezza il grasso nelle varie fasi di purificazione e reimpasto”.